FAQ - Protocollo Areté e Valutazione
Di seguito vengono elencate le risposte alle più frequenti domande sul Protocollo
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FAQ - Il Protocollo Areté
No, Il Protocollo prevede procedure sia per la valutazione del rischio relativo al singolo albero, sia per la valutazione di popolamenti arborei in territori estesi. La valutazione per popolamenti (Triage del Rischio) si applica in aree a fruizione estensiva ma è anche utilizzabile per la gestione del rischio arboreo di tutti gli alberi presenti in un territorio (come ad esempio un Comune).
Esclusivamente tecnici specializzati, dotati di formazione specifica e dell’abilitazione alla professione secondo la normativa vigente, che possono dimostrare di aver seguito un percorso formativo sulla materia. L’approccio multidisciplinare alla base della valutazione integrata di stabilità degli alberi presuppone una conoscenza specialistica anche in ragione delle possibili responsabilità professionali connesse a tale pratica.
No, il Protocollo Areté è aperto e utilizzabile da tutte le categorie professionali interessate a conoscere ed approfondire il metodo e la sua applicazione nell’ambito della gestione del verde pubblico e privato.
Ai sensi dell'art. 3 del Regolamento d'Uso del Protocollo Areté i soggetti che possono utilizzare e richiedere la concessione d’uso dei marchi “Protocollo Areté”, “Protocollo Areté Utente Registrato” da apporre ai propri documenti tecnici e servizi devono obbligatoriamente essere imprese e/o liberi professionisti che esercitino l’attività professionale.
Ai sensi dell'art. 3 del Regolamento d'Uso del Protocollo Areté i soggetti che possono utilizzare e richiedere la concessione d’uso dei marchi “Protocollo Areté”, “Protocollo Areté Utente Registrato” da apporre ai propri documenti tecnici e servizi devono obbligatoriamente essere imprese e/o liberi professionisti che esercitino l’attività professionale.
No, ma è vivamente consigliato. Sebbene nel Protocollo e nel libro “Valutazione del rischio arboreo” a cura di Arborete il metodo e le procedure siano illustrate in dettaglio, un addestramento specifico e condiviso fra colleghi fornisce gli strumenti per applicare il metodo correttamente. In particolare, il corso aiuta ad uniformare, riducendo la quota di soggettività, la valutazione dei parametri e delle variabili che concorrono a determinare il rischio, con particolare riferimento alla probabilità al cedimento e la stima del bersaglio.
No. Il Protocollo Aretè definisce le regole di una procedura completa per la Valutazione del Rischio Arboreo (comprensiva della Valutazione Integrata di Stabilità dell’albero) e, in quanto tale, esclude l’utilizzo combinato e soggettivo di altri protocolli in materia.
No. La valutazione visita per l’individuazione dei difetti e dei sintomi dell’albero rappresenta una componente funzionale alla determinazione dei livelli di pericolosità per la stima della probabilità di cedimento. Ciò che cambia è l’approccio metodologico alla valutazione del Rischio Arboreo che, nel Protocollo Areté, integra la pericolosità (legata alla propensione al cedimento) con la vulnerabilità (legata al bersaglio e al danno potenziale) tenendo conto di tutte le variabili che influiscono sulle condizioni dell’albero e sulla sua presenza in un determinato contesto, al fine di individuare i più corretti indirizzi gestionali.
Non necessariamente, ma è indubbiamente più completa se raffrontata alla sola valutazione del pericolo. Inoltre, codifica un metodo per la valutazione del rischio riducendo la quota di soggettività del giudizio. Rispetto alla sola valutazione del pericolo consente di individuare gli interventi (gestione del rischio) in un’ottica di ragionevolezza e condivisione, permettendo di tutelare sia il professionista che il committente.
Il livello di rischio è calcolato con riferimento all’annualità in corso (rischio annualizzato di cedimento), ma tiene conto del periodo di monitoraggio definito nella valutazione e ad esso si riferisce. Occorre tuttavia ricordare che la responsabilità connessa ad una perizia è tale anche ben oltre la validità temporale della valutazione indicata dal professionista.
Sì, la metodologia del Protocollo Areté permette di attribuire un giudizio di rischio a ciascun albero oggetto di valutazione. Le priorità d’intervento possono essere determinate in funzione del livello di rischio attribuito ai singoli alberi o a popolamenti arborei. Non saranno pertanto prioritari gli alberi più pericolosi, ma quelli con il livello di rischio più elevato.
Gli interventi che è ragionevole eseguire su un albero non dipendono solo dal suo livello di rischio ma anche dall’importanza che l’albero riveste e quindi dal suo “valore”. Attribuire una stima, per quanto sintetica, del valore permette di giustificare interventi complessi volti alla conservazione dell’albero e rende ragione dell’importanza del patrimonio arboreo che deve essere gestito anche in funzione dei benefici che eroga.
FAQ - Tipologie di Valutazione
No. Il censimento NON ha carattere valutativo e quindi in esso NON devono essere inserite delle informazioni che implicano una qualsiasi valutazione, ancorché sintetica e speditiva, delle condizioni vegetative, fitosanitarie o di stabilità di un albero.
L’indagine preliminare ha lo scopo di individuare ed escludere dalla valutazione del rischio gli alberi per cui non è ragionevole effettuarla. La casistica completa è disponibile al paragrafo 5.2 del protocollo.
Il Triage è una indagine tecnica che consente di definire l’urgenza (tempi) e le modalità di Valutazione del Rischio Arboreo.
Il Protocollo Areté (analogamente a quanto avviene in campo medico) si avvale di un metodo di Triage che associa a ciascun albero un codice di rischio speditivamente stimato al quale sono associati determinati livelli di priorità, modalità e tempi di intervento.
La funzione del Triage NON è quella di individuare con esattezza il livello di rischio dell’albero, bensì quella di determinare la priorità con cui applicare la VRA secondo tempi e modalità appropriati per un’indagine programmatica.
Il Protocollo Areté (analogamente a quanto avviene in campo medico) si avvale di un metodo di Triage che associa a ciascun albero un codice di rischio speditivamente stimato al quale sono associati determinati livelli di priorità, modalità e tempi di intervento.
La funzione del Triage NON è quella di individuare con esattezza il livello di rischio dell’albero, bensì quella di determinare la priorità con cui applicare la VRA secondo tempi e modalità appropriati per un’indagine programmatica.
la Valutazione Visiva Speditiva Massiva è uno strumento previsto dal Protocollo Areté utile per acquisire rapidamente una visione complessiva dell’impatto di un evento meteo straordinario sul sistema arboreo. L’obiettivo è quello di individuare i danni evidenti arrecati dall’evento identificando gli alberi che necessitano di successiva Valutazione del Rischio, di intervento urgente per la rimozione della criticità o di abbattimento immediato.
Qualora la Valutazione del Rischio Ordinaria non permetta di giungere ad una ragionevole definizione del livello di pericolosità si rendono necessari approfondimenti specialistici. Ad esempio, quando con un’analisi ordinaria visiva non si riesce a determinare la gravità di un difetto è possibile approfondire l’indagare con un’analisi strumentale in grado di chiarire l’entità del difetto stesso. La Valutazione Avanzata è inoltre opportuna, a prescindere, per gli esemplari arborei di maggiore importanza come quelli monumentali, di rilievo (affettivo, sociale, culturale, storico) o per alberi problematici in aree ad elevata vulnerabilità.
No, si tratta di un’integrazione alla Valutazione del Rischio Ordinaria e serve a individuare anomalie o difetti significativamente correlati con la propensione al cedimento che non è possibile quantificare visivamente da terra. Si tratta di una procedura consigliata per quelle specie il cui profilo di cedimento è spesso correlato ad anomalie non chiaramente rilevabili da terra.
FAQ - Giudizio di Pericolosità - Fattore di Danno - Valutazione dei Bersagli
No, non è necessario (anche se è possibile farlo). La valutazione del rischio, essendo una valutazione in condizioni di incertezza, deve riguardare il cedimento che risulta essere più probabile rispetto al bersaglio nelle condizioni meteorologiche in cui è più probabile si verifichi il cedimento. Le altre situazioni potenzialmente critiche (altri bersagli), essendo il loro interessamento meno probabile, presentano un livello di rischio inferiore e pertanto risultano non prioritarie nella valutazione.
Sostanzialmente sì. Il fattore di danno potenziale correlato all’albero è costituito dal peso di ciò che può cadere, quindi dell’albero intero o della sua parte maggiormente pericolosa (es. ramo). Esso dipende dall’impulso che si genera nella caduta quando l’albero o parte di esso giunge sul bersaglio considerato. Questo dato può essere facilmente stimato attraverso la formula indicata nell'Allegato 4 del Protocollo Areté, grazie ad un semplice foglio di calcolo e all’utilizzo di standard di riferimento per il coefficiente di forma e per la densità del legno, a partire dai dati dimensionali dell’albero (diametro al colletto e altezza) o di un ramo (diametro all’inserzione, lunghezza del ramo, altezza dell’inserzione).
Qualora la Valutazione del Rischio Ordinaria rilevi difetti non quantificabili visivamente, il giudizio di rischio è sospeso ed il tecnico prescrive una Valutazione Avanzata definendone la tipologia.
La Protocollo Areté parametrizza la valutazione del rischio in funzione della probabilità che il cedimento di un albero possa provocare la morte di una vita umana. Tale approccio convenzionale è comune a moltissime procedure di valutazione dei rischi. Il valore statistico della vita umana (VASVU) attualmente stabilito sulla base dei più recenti studi internazionali ed assunto nel Protocollo Areté per la realtà italiana è pari a € 3’000'000.
Nelle condizioni più comuni e fatti salvi casi particolari per i quali sarà necessaria una valutazione del bersaglio ad hoc, i più probabili bersagli che possono essere colpiti dal cedimento di un albero o di sua parte sono:
- il traffico veicolare
- le persone che occupano stabilmente l’area di potenziale caduta dell’albero;
- il passaggio dei pedoni e dei ciclisti al di sotto dell’area di potenziale caduta dell’albero;
- Il valore degli oggetti e dei manufatti interessati dal possibile cedimento dell’albero.
- il traffico veicolare
- le persone che occupano stabilmente l’area di potenziale caduta dell’albero;
- il passaggio dei pedoni e dei ciclisti al di sotto dell’area di potenziale caduta dell’albero;
- Il valore degli oggetti e dei manufatti interessati dal possibile cedimento dell’albero.
Nella valutazione del bersaglio, il Protocollo Areté prescrive di riferirsi, secondo un criterio di ragionevolezza, al caso più probabile (tra quelli previsti rif. FAQ 21), cioè a quello che verosimilmente potrebbe accadere (in termini di target interessato) nel momento in cui è più probabile che si verifichi il cedimento della struttura arborea o di una sua parte significativa.
Questa impostazione permette di eseguire una ragionevole valutazione del rischio, pratica per mezzo della quale non si azzera la probabilità che un evento possa accadere ma la si rende nota e condivisa, secondo una procedura definita, tra tutte le parti coinvolte nel processo valutativo.
Questa impostazione permette di eseguire una ragionevole valutazione del rischio, pratica per mezzo della quale non si azzera la probabilità che un evento possa accadere ma la si rende nota e condivisa, secondo una procedura definita, tra tutte le parti coinvolte nel processo valutativo.
No, non è necessario e il ricorso a tale pratica può essere fuorviante. La valutazione del caso peggiore possibile determina l’applicazione di un principio di precauzione, in ragione del quale si assume come prioritario e possibile un caso ipotetico anche se largamente improbabile. Tale principio non si applica alla gestione dei rischi ordinari e, se utilizzato per la gestione del rischio arboreo, determinerebbe l’eliminazione di tutti gli alberi e quindi la perdita dei benefici insostituibili ad essi connessi.
L’applicazione del principio di precauzione implica la mancata applicazione del processo di Gestione del rischio, che si basa appunto sulla gestione dell’incertezza connessa alla presenza del rischio che si vuole contenere.
L’applicazione del principio di precauzione implica la mancata applicazione del processo di Gestione del rischio, che si basa appunto sulla gestione dell’incertezza connessa alla presenza del rischio che si vuole contenere.
No, il rischio di danno è numericamente il medesimo ma riguarda più bersagli.
Allorquando è plausibile che il rischio di danno connesso al cedimento coinvolga un numero maggiore di persone rispetto all’unità, o un insieme di danni superiore al VASVU (€ 3'000'000), il livello di rischio rimane determinato dalla terna di valori (Pericolo, Impulso, Bersaglio), mentre la presenza di bersagli multipli condiziona la Gestione del Rischio e, conseguentemente, la tipologia degli interventi di Trattamento da prescrivere.
Allorquando è plausibile che il rischio di danno connesso al cedimento coinvolga un numero maggiore di persone rispetto all’unità, o un insieme di danni superiore al VASVU (€ 3'000'000), il livello di rischio rimane determinato dalla terna di valori (Pericolo, Impulso, Bersaglio), mentre la presenza di bersagli multipli condiziona la Gestione del Rischio e, conseguentemente, la tipologia degli interventi di Trattamento da prescrivere.
La valutazione del rischio si riferisce alle condizioni ordinarie. Se intervengono condizioni transitorie queste devono essere comunicate al valutatore durante la fase di analisi del bersaglio, in modo da valutare insieme alla Committenza l’opportunità/necessità di una valutazione del rischio con valenza specifica per la determinata situazione/contesto.
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